Nichilismo e individualismo. Max Stirner secondo Giovanni Feliciani

Quando mi approcciai per la prima volta con L’unico e la sua proprietà di Max Stirner, ebbi l’impressione di trovarmi di fronte a un’opera radicale i cui temi non sono poi stati approfonditi adeguatamente dalle altre correnti filosofiche, tant’è che di Stirner poco ancora si parla e quando appare in qualche citazione viene considerato un giullare del pensiero, un’evanescente apparizione che si accantona frettolosamente.

Johann Kaspar Schmidt, ossia, Max Stirner, morto nel 1856, è stato sepolto dalla critica, per quanto al suo pensiero abbia attinto a piene mani Nietzsche, sempre poco generoso verso le sue fonti. Ma il problema non è neanche questo. L’epoca in cui il libro viene pubblicato è quella del dominio della filosofia di Hegel con tutte le sue interpretazioni e delucidazioni, perché nel vasto repertorio della critica hegeliana c’è la forza di un pensiero che ha diviso e deciso per più di un secolo e mezzo. In Hegel sta ogni cosa e tutto può essere accettato, perché vasta è la relatività insita nei suoi scritti.

Stirner è l’oltre Hegel? Difficile dirlo. Stirner non è un idealista e più che nichilista, è un individualista che fonda l’uomo nuovo sulla distruzione di ogni categoria morale, religiosa e sociale. L’uomo è perseguitato dai fantasmi, ossia, dai concetti e dalle idee. La sua affermazione Io ho fondato la mia causa su nulla sta a Dio è morto di Nietzsche, in quanto distrutti tutti gli archetipi e gli stereotipi sovraindividuali, l’uomo è puro che si autoalimenta del mondo, che fa di sé ciò che vuole in quanto proprietario di ogni cosa. La negazione del tutto equivale a riappropriarsi dell’essenza del tutto.

Stirner è il padre dell’anarchismo? Le visioni sono contrastanti, le interpretazioni fioccano anche in questo senso. Di sicuro, è lo stesso concetto di “anarchia” che genera confusione, in quanto grossolanamente intesa come assenza di regole. Stirner considera comunque lo Stato, la società e le leggi dei fantasmi di cui liberarsi, ma in favore di un’autodeterminazione. Non c’è una visione associativa in lui, ma puro individualismo. Ciò che sei in ogni momento è tua creatura… ma la creatura non può dominare sul creatore, pertanto, anche i fantasmi delle nostre comode convinzioni ci possono facilmente ingabbiare. Certamente, se per nichilismo noi intendiamo “predominanza del divenire” dell’Ente che nasce dal nulla e ritorna nel nulla, allora Stirner è nichilista, ma nichilismo è anche “annientamento, ricostruzione e oltrepassamento” e il filosofo de L’Unico è in questo spazio.

Giovanni Feliciani, fondatore della casa editrice Bibliosofica, morto nel 2017, nel suo libro L’individualismo radicale di Max Stirner, toglie molti dubbi sull’approccio che bisogna avere nei confronti de L’unico, riconsegnando quest’opera ai nostri giorni, perché ogni libro che spinge all’oltrepassamento è anche al di là della storia che riabilita a volte i suoi fantasmi, diventando così mera attività di recupero. Il libro di Feliciani sfida a sua volta Stirner, perché non si limita a interpretarlo, ma anche a interrogarlo, ponendo sul piatto pro e contro del suo pensiero.

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Martino Ciano

Amante della filosofia e della letteratura, autore. Laureato in Scienze storiche, giornalista e direttore responsabile della testata Digiesse News dell'emittente Radio Digiesse.
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